Prologue
Comedia de gli Straccioni
Caro, Annibal
Éditeur scientifique : Bucchi, Gabriele
Description
Auteur du paratexteCaro, Annibal
Auteur de la pièceCaro, Annibal
Titre de la pièceComedia de gli Straccioni
Titre du paratextePrologo
Genre du textePrologue
Genre de la pièceCommedia
Date1582
LangueItalien
ÉditionVenezia, Aldo Manuzio.
Éditeur scientifiqueBucchi, Gabriele
Nombre de pages4
Adresse sourcehttp://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro%20italiano%20del%20XVI%20e%20XVII%20secolo/Elenco%20opere/image65.pdf
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Caro-Straccioni-Prologue.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Caro-Straccioni-Prologue.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Caro-Straccioni-Prologue.odt
Mise à jour2014-01-10
Mots-clés
Mots-clés français
GenreComédie
SujetPartiellement inventé et partiellement inspiré du roman grec (Achilles Tatius, Roman de Leucippé et Clitophon) et du Decameron de Boccace (nouvelle IV, 4)
DramaturgieRègles de la comédie ancienne non respectées ; intrigue composée de trois histoires indépendantes (argument triplé)
LieuParticulier ; Rome, Piazza Farnese
ActionComique ; péripétie
FinalitéDivertissement
ActualitéProtagonistes (les « Straccioni ») tirés de la réalité contemporaine
Mots-clés italiens
GenereCommedia
ArgomentoParte inventato, parte ispirato al romanzo greco ( Achille Tazio, Le avventure di Leucippo e Clitofonte) e a Boccaccio (Décaméron, IV, 4)
DrammaturgiaMancato rispetto delle regole della commedia classica ; intreccio di tre storie diverse (« argomento rinterzato »)
LuogoParticolare : Roma, piazza Farnese
AzioneComico ; peripezia
FinalitàDivertimento
AttualitàProtagonisti (gli Straccioni) tratti dalla realtà
Mots-clés espagnols
GéneroComedia
TemaParcialmente inventado y parcialmente inspirado de la novela griega (Aquiles Tacio, Leucipe y Clitofonte) y del Decamerón de Boccacio (novela IV, 4)
DramaturgiaReglas de la comedia antigua no respetadas ; intriga compuesta de tres historias independientes (argumento triplicado)
LugarParticular ; Roma ; Piazza Farnese
AcciónCómica ; peripecia
FinalidadDiversión
ActualidadProtagonistas (los « Straccioni ») sacados de la realidad contemporánea
Présentation
Présentation en français
Présentation en italien
Texte
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Prologo
{8} Spettatori, voi dovete la più parte aver conosciuti gli Straccioni : quel Giovanni e quel Battista, o piuttosto quel Giovambattista, fratelli Sciotti, che erano due in uno, o uno in due ; voi m’intendete : quell’Avino Avolio9 de’ nostri tempi, con quei palandrani lunghi, lavorati di toppe sopra toppe, e ricamati di refe riccio sopra riccio10, quei zazzeruti11, con quei nasi torti, arcionati, e pizzuti12, quegli unti bisunti che andavano per Roma sempre insieme, ch´’erano d’una medesima stampa, che facevano, che dicevano le medesime cose, cha parlavano tutti due in una volta, o l’uno serviva per eco a l’altro. Non guardate ch’uno d’essi sia morto, ché né anco per morte si possono scompagnare. Il vivo è morto in quel di là e ’l morto vive in questo di qua ; così talvolta son morti tutti due, e talvolta son tutti due vivi. E, per segno di ciò, questo per certi giorni non si vede ; e oggi vedrete qui lʼuno e lʼaltro di loro. Voi avete inteso dire di quel Castore, e di quel Polluce quelle belle faccende che fecero, non so che comunella di nascimento, di vita e di morte e che diventarono anco immortali 13; che non son morti mai immaginatevi, che questi siano dessi, perché fanno de le medesime {9} cose e sono anco due bei giovini come erano quelli, salvo che, a dire il vero, sono un poco più sudici di loro. Voi gli avete per poveri e per pazzi, e l’autore ha tolto a farli ricchi e savi. La cagion che lo muove è da ridere, e dirolla ancora a voi, ma tenetemi secreto. Costoro, sapendo che ʼl compositor di questa commedia è servitore antico14 di casa Farnese, e credendosi che per avere sì gran padroni egli sia qualche grande arcifanfano15, per guadagnarsi il suo favore ne la causa loro gli hanno a piena bocca fatto un presente di cinquantamila scudi, di quelli però che domandano aʼ Grimaldi. Egli, che non ha mai provato dʼesser ricco, se non in sogno, vedendosi arricchir di promesse, nʼha fatto capitale come di contanti. E a guisa di colui che pasciuto di fumo dʼarrosto pagò di suon di quattrini,16 in cambio delli cinquantamila ricevuti da essi in parole, farà ricuperar loro li trecentomila in commedia. Il medesimo fa del senno, perché come è tenuto da loro per grande, così vuole che voi abbiate essi per savi. Queste due fantasime17 con tre cose hanno dato il nome e il soggetto a questa commedia : con una lite che fanno coi Grimaldi, con una figliuola chʼhanno lasciata a Scio, e con una nipote che non sapevano dʼavere a Roma. Gli scompigli, gli inganni, le gelosie, le quistioni, le paure che vi nascono, come si scuoprono, come sʼacquetano, {10} si vedrà nel procedere. Bastivi per ora a sapere, che di queste tre semplici principali, si fanno molte varie e quasi incredibili mescolanze di diversi accidenti di fortuna, di diverse nature e consigli dʼuomini di più condizioni, di morti che vivono, di vivi che son morti, di pazzi che son savi, di vedovi maritati, di mariti che hanno due mogli, di mogli che hanno due mariti. Vi sono spiriti che si veggono, parenti che non si conoscono, famigliari inimici, prigioni liberi, e altre cose assai tutte stravaganti e tutte nuove. Questo argomento così rinterzato moverà forse troppo la collera a questi stitichi18 perché scempio19 o doppio solamente è stato usato da gli antichi ne le lor comedie. Avvertite che sebben non si truova essempio che sia stato fatto, non si truova anco divieto che non si possa fare, e anco sʼè mosso a farlo con qualche ragione. La favola pecca di tre sorti di umori, uno argomento non gli muove, due non gli risolvono, il terzo gli vacua ed è ristorativo perché di materia piacevole,20 e non è fuor di proposito perché ciascun di questi casi fa per se stesso comedia, ed ha le sue parti, e tutti tre sono intrecciati per modo che l’argomento è tutt’uno. Mancar di vizio e abbondar dʼarte merita lode, ma egli si contenta di non averne biasimo. Ne lʼaltre cose ha seguitato lʼuso degli antichi. E se vi parrà {11} che in qualche parte lʼabbia alterato, considerate che sono alterati ancora i tempi e i costumi, i quali son quelli che fanno variar lʼoperazioni e le leggi de lʼoperare. Chi vestisse ora di toga e di pretesta21, per begli abiti che fossero, ci offenderebbe non meno che se portasse la berretta a taglieri22 e le calze a campanelle23, perché gli occhi, gli orecchi e il gusto de gli uomini sono sempre acconci a quel che porta lʼuso presente. Lʼautore vorrebbe chʼio vi dicessi ancora molte cose a sua giustificazione, ma questo avete a saper brevemente : che egli conosce dʼaver dura impresa a le mani, e che per obbedienza sʼè messo a farla,24 non per prosonzione. Tuttavolta sʼè ingegnato (come meglio ha saputo) di piacervi. Ma la legge de la commedia non si truova in tutto stabilita, lʼesempio è molto vario, ognuno ha il suo capo, ogni capo le sue oppenioni, e ogni oppenion le sue ragioni. Per questo, piacere a tutti è difficile, e in tutte le cose impossibile. Assai li parrà dʼaver bene spesa la sua fatica, se in qualche cosa piacerà a qualche parte di voi. Ma prestateci grata udienza e gustate bene : ché, essendo il convito di molte vivande, spero che vi sarà pasto per ognuno.