Préface
Il Bellerofonte, dramma musicale del Signor Vincenzo Nolfi da rappresentarsi nel Teatro Novissimo di Venezia l’anno 1642
Nolfi, Vicenzo
Éditeur scientifique : Miglierina, Stéphane
Description
Auteur du paratexteNolfi, Vicenzo
Auteur de la pièceNolfi, Vicenzo
Titre de la pièceIl Bellerofonte, dramma musicale del Signor Vincenzo Nolfi da rappresentarsi nel Teatro Novissimo di Venezia l’anno 1642
Titre du paratexteL’autore dell’opera a chi legge
Genre du textePréface
Genre de la pièceDrame en musique
Date1642
LangueItalien
ÉditionVenise, Gio. Battista Surian, 1642, in-12°. (Lien vers l’édition numérisée bientôt disponible)
Éditeur scientifiqueMiglierina, Stéphane
Nombre de pages5
Adresse sourcehttp://www.braidense.it/rd/00554.pdf
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Nolfi-Bellerofonte-Preface.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Nolfi-Bellerofonte-Preface.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Nolfi-Bellerofonte-Preface.odt
Mise à jour2013-10-06
Mots-clés
Mots-clés français
GenreDrame en musique
SujetMythologique ; altération du mythe
DramaturgieNon-respect des règles ; anti-aristotélisme
ScenographieMachines ; musique ; toiles peintes
ReprésentationPublic ; salle de théâtre
RéceptionRepresentation / lecture
FinalitéPlaisir ; nouveauté
Relations professionnellesRelations entre auteur et compositeur ; relations entre auteur et scénographe
Mots-clés italiens
GenereDramma per musica
ArgomentoMitologico ; alterazione del mito
DrammaturgiaNon rispetto delle regole ; anti-aristotelismo
ScenografiaMacchine ; musica ; teloni
RappresentazionePubblico ; sala di teatro
RicezioneRappresentazione / lettura
FinalitàDiletto ; novità
Rapporti professionaliRelazioni tra autori e compositore ; relazioni tra autori e scenografo
Mots-clés espagnols
GéneroDrama en música
TemaMitológico ; alteración del mito
DramaturgiaNo respeto de las reglas ; anti-aristotelismo
EscenografiaTramoya ; música ; telas pintadas
RepresentaciónPúblico ; sala de teatro
RecepciónRepresentación / lectura
FinalidadPlacer ; novedad
Relaciones profesionalesRelaciones entre autor y compositor ; relaciones entre autor y escenógrafo
Présentation
Présentation en français
Bien que la pièce soit à thème mythologique, le texte liminaire sert avant tout à Nolfi à affirmer l’ancrage de l’œuvre dans les circonstances concrètes de sa création : le drame s’insère dans un réseau créatif bien plus large que le simple texte écrit, que Nolfi assimile, par une métaphore topique, à un corps sans âme. Ainsi, l’auteur y convoque le créateur des décors, qui s’exprime dans la deuxième partie du texte, mais également le compositeur Francesco Sacrati, explicitement nommé, l’ensemble des récitants / chanteurs, et le lieu théâtral lui-même. Si Torelli figure le premier dans la liste – et le dernier, à travers le théâtre qu’il a conçu –, c’est que tout au long de la préface, il apparaît comme le véritable destinataire du texte, celui qui est à l’origine de l’écriture du texte. Torelli, dans la partie qui lui revient, réaffirme, après les formules de modestie traditionnelles, l’importance du lieu de la création et cite, quant à lui, le peintre des décors, Domenico Bruni.
On l’aura compris, Nolfi ne cherche pas à légitimer son texte par un argument historique d’autorité. Bien au contraire, il affirme la priorité qu’il donne à l’actualité et la nouveauté de sa composition. C’est précisément son adaptation la plus étroite aux conditions de sa création qui confère sa valeur au texte. C’est la raison pour laquelle les modèles antiques sont repoussés : ouvertement anti-aristotélicien dès les premiers paragraphes, Nolfi réfute également le caractère didactique du théâtre ne mettant en avant que le diletto (plaisir). Le texte théâtral n’a de validité à ses yeux que lors de sa représentation et dès lors qu’il correspond aux attentes de son public.
Présentation en italien
Texte
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L’autore dell’opera a chi legge
{3} Tu perdi il tempo, o Lettore se con la Poetica dello Stagirita in mano vai rintracciando gl’errori di quest’opera, perch’io confesso alla libera, che nel comporla non ho voluto osservare altri precetti, che i sentimenti dell’inventore de gl’apparati, ne ho havuto altra mira, che il genio di quel popolo a cui s’ha ella da rappresentare.
Questo è un genere di poema, che {4} ritornato alla primiera natura del dramma quanto al canto, ma ridotto quanto al resto a diversa coltura, secondo il compiacimento del secolo dagl’ingegni de nostri tempi, non riconosce oggi più né Epicarme per padre, né Sicilia per patria, né Aristotile per legislatore.
Tutte l’usanze si mutano, e piacciono le novità anco depravate, e disse lo Scaligero in proposito dell’Anfitrione di Plauto3.
S’oggi vivessero i Crati, gl’Aristofani, i Terenti cangerebbero forse pensiero.
Delli dui fini che insegnò Oratio, non è rimasto alla poesia che il diletto ; in questa età non han bisogno gl’uomini di imparare il vivere del mondo con gl’altrui componimenti.
Ma il punto sta, che neanche {5} questo ritroverai nei presenti fogli, perché la favola ruvinosa per l’antichità4 è stata ristaurata dalla mia penna sul modello drammatico nell’angustia di brevissimo tempo in ordine a ricevere la perfezione dalla bellezza delle macchine ed apparati teatrali.
È ella quì un corpo esaminato disposto alla vivificazione e per mezzo di quello spirito, che nasce nella soavità, e ne gl’artificii della musica composta dal Signor Francesco Sacrati da Parma5, e dall’armoniosa voce de’ più celebri cantanti d’Europa. Và nel Teatro novissimo colà per avventura qual la richiedi là rivedrai.
L’Inventore delle Macchine a’ curiosi.
Se nelle scene, e macchine, che io ho ordinato per rappresentarti, o {6} curioso, non rintraccierai quella perfezione, e vaghezza, che meriti, e che bisognarebbe come necessitosamente poste in virtuosa emulazione d’altri celebri, e nobilissimi teatri in così gloriosa patria, condona che ha preponderato in me il desiderio di dilettarti alla cognizione del debole mio talento.
Gradisci cortese il poco, che posso offrirti con la relazione al molto che bramo ; le imperfezioni sono infinite, lo confesso, né mi lascio adulare dalla premura con che altri avesse procurato forse di servirsi di cose da me prima inventate stabilite, e dirò ancora conferite ; quali elle si sieno sono certo parto semplice del mio ingegno.
Il sito del Teatro Novissimo6 non può farti concorrer formalmente le cose, l’angustia di esso toglierebbe il {7} poter perfettamente operare anco a singolar architetto.
Sia questo ancora appresso di te motivo di scusa, e compatimento.
Coprirà in gran modo le mie debolezze il pennello del Signor Domenico Bruni Bresciano7, che con la sua ordinaria felicità s’è adoperato nelle scene. In mentre vivi contento.