Dédicace
La Adriana tragedia nuova di Luigi Groto cieco d’Adria, nuovamente ristampata e ricorretta
Groto, Luigi
Éditeur scientifique : Decroisette, Françoise
Description
Auteur du paratexteGroto, Luigi
Auteur de la pièceGroto, Luigi
Titre de la pièceLa Adriana tragedia nuova di Luigi Groto cieco d’Adria, nuovamente ristampata e ricorretta
Titre du paratexteLuigi Groto cieco d’Adria, all’illustrissimo s[ignor] Paolo Tiepolo, Riformator dello studio di Padova e Procurator di San Marco
Genre du texteDédicace
Genre de la pièceTragedia
Date1578
LangueItalien
ÉditionVenetia, Fabio e Agostino Zoppini fratelli, 1583, in 12°. (Lien vers l’édition numérisée bientôt disponible)
Éditeur scientifiqueDecroisette, Françoise
Nombre de pages8
Adresse source(BnF YD 2825) OPAL cf le site http://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro%20italiano%20del%20XVI%20e%20XVII%20secolo/Elenco%20opere/image473.pdf
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Groto-Adriana-Dedicace.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Groto-Adriana-Dedicace.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Groto-Adriana-Dedicace.odt
Mise à jour2013-02-16
Mots-clés
Mots-clés français
GenreTragédie
SourcesNon directement citées
SujetAntique
DramaturgieConforme aux modèles antiques (Sophocle, Euripide, Sénèque) ; conforme aux modèles italiens (Canace, Orbecche, Rosmunda, Sofonisba, Gismonda, Cleopatra) ; brièveté ; simplicité
LieuAdria, lieu de l’action et lieu de la représentation
Personnage(s)Noblesse des personnages ; correspondance entre la protagoniste et la ville
Relation œuvre / personnageAssimilation personnage / œuvre
DédicataireNoblesse du dédicataire / simplicité du personnage / de l’œuvre ; autorité du dédicataire garante de la célébrité de l’œuvre
RéceptionPeur des critiques malveillantes
FinalitéMorale ; politique
ExpressionExpression euripidienne des passions ; perfection sénéquienne des discours ; nouveauté du style
ActualitéRenaissance nécessaire de la grandeur d’Adria
Mots-clés italiens
GenereTragedia
FontiNon citate direttamente
ArgomentoAntico
DrammaturgiaConforme ai modelli antichi (Sofocle, Euripide, Seneca) ; conforme ai modelli italiani (Canace, Orbecche, Rosmunda, Sofonisba, Gismonda, Cleopatra) ; brevità ; semplicità
LuogoAdria, luogo dell’azione e luogo della rappresentazione
Personaggio(i)Nobiltà dei personaggi ; correspondenza tra la protagonista e la città
Opera e PersonaggioAssimilazione personaggio / opera
Dedicatario e PersonaggioNobiltà del dedicatario / semplicità della protagonista / dell’opera ; autorità del dédicatario garante della celebrità dell’opera
RicezionePaura delle critiche malevoli
FinalitàMorale ; politica
EspressioneEspressione euripidea degli affetti ; perfezione senechiana delle sentenze ; novità dello stile
AttualitàNecessario risorgimento della grandezza d’Adria
Mots-clés espagnols
GéneroTragedia
FuentesNo citadas directamente
TemaAntiguo
DramaturgiaConforme a los modelos antiguos (Sófocles, Eurípides, Séneca) ; conforme a los modelos italianos (Canace, Orbecche, Rosmunda, Sofonisba, Gismonda, Cleopatra) ; brevedad ; sencillez
LugarAdria, lugar de la acción y lugar de la representación
Personaje(s)Nobleza de los personajes ; correspondencia entre la protagonista y la ciudad
Obra y personajeAsimilación personaje / obra
Dedicatario y personajeNobleza del dedicatario / sencillez del personaje / de la obra ; autoridad del dedicatario garante de la fama de la obra
RecepciónTemor de las críticas malévolas
FinalidadMoral ; política
ExpresiónExpresión euripidiana de las pasiones ; perfección senequiana de los discursos ; novedad del estilo
ActualidadRenacimiento necesario de la grandeza de Adria
Présentation
Présentation en français
Essentiellement consacrée comme il se doit à l’éloge du dédicataire, la dédicace reprend la métaphore de l’œuvre comme progéniture et de la paternité responsable de l’auteur, déjà longuement développée pour La Dalida. Ici, Groto introduit une variante en soulignant qu’il avait choisi le dédicataire alors que l’œuvre était encore en gestation afin de lui assurer plus grande noblesse, reconnaissance et immortalité. L’éminente charge de Réformateur de l’université de Padoue qu’occupait Tiepolo, qui lui donnait toute puissance en matière de censure, d’édition et de contrôle de la circulation des livres, a sans doute pesé lourd dans ce choix.
Comme pour La Dalida, Groto appuie l’éloge masqué de son œuvre sur la citation de modèles – et non de sources – qui ici, outre les tragédies des maîtres italiens antérieurs (Speroni, Giraldi, Ruccellai, Trissino), sont celles des grands Anciens, Sophocle, Euripide et Sénèque, directement cités. Et il attribue à chaque exemple évoqué une qualité particulière qui se trouve aussi attribuée à sa propre tragédie : le sujet « antique », l’excellence de l’auteur et l’autorité des sources, l’introduction de personnages illustres, les discours moraux, la nouveauté du style, la brièveté, pour ce qui est des modèles italiens, couronnés – ou surpassés ? – par l’art de Sophocle, l’expression des passions d’Euripide et les discours de Sénèque. Mais il n’en affirme pas moins qu’il prend son inspiration dans la « nature ». Ainsi, il puise dans un bestiaire domestique et exotique très sonore – cécité oblige – les images avec lesquelles il vante l’efficacité de la protection du dédicataire contre les critiques malveillantes. Et pour finir, d’une manière tout à fait originale, il inscrit sa tragédie dans une action politique et culturelle en faveur du sauvetage de sa ville, en insistant sur le lien établi entre la protagoniste et Adria, où se déroule l’action et où la pièce est représentée. Lieu fictif et lieu réel, lieu passé et lieu présent se confondent donc dans l’œuvre.
Présentation en italien
Texte
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Luigi Groto cieco d’Adria, all’illustrissimo s[ignor] Paolo Tiepolo, riformator dello studio di Padova e Procurator di San Marco7
{NP1} Il più savio consiglio che possa cadere nel petto d’un padre è il non tenersi lungo spazio in casa le figliuole giovani, ma subito che son mature alle nozze sgravarsene e collocarle il meglio che può. Questo avviso avendo io dagli altrui esempi apparato (e appunto da questa tragedia stessa), l’ho osservato in questa tragedia mede{NP2}sima. E avendo risoluto di collocarla, ho proposto meco di offerirla a [Vostra] S[ignoria] Illustrissima per tre cagioni : per merito suo, per beneficio dell’opera e per interesse mio. Il merito suo è tanto che merita dominio sovra le fanciulle reali come è questa. Meritò che quando il mio intelletto era gravido di questa fanciulla, pria che la partorissi, disegnasse donargliela. E meriterebbe che se le Muse proprie, se Apollo medesimo proponesse di scrivere, le donassero gli scritti loro. Il beneficio dell’opera sarà tale che ella ne diverrà più pregiata, più dolce, più sicura, più alta e al fine immortale. Le mani di V[ostra] S[ignoria] tengono della virtù di Mida8 ; la sua bocca serba in parte le qualità delle pecchie9. Onde questa opera di piombo e d’assenzio ricevuta dalle sue mani, proferita dalla sua bocca diventerà d’oro e di mele : la natura poiché ha prodotto i frutti sugli albe{NP3}ri, intendendo l’acerbità loro, gli spiega al sole, accioché maturati da quel raggio celeste, piacciano al gusto. Io, la natura imitando, volgo questo mio frutto acerbo al Sole della vostra virtù. Colui che non vuole udire il gracchiar notturno delle rane in un lago, vi fa comparir, la notte, nel mezzo, un lume. Io (per acquettar qualunque mormoratore pensasse biasimar questa mia fatica) li pongo davanti agli occhi lo splendore del vostro nome. Le cerve cacciate non potendo in altra guisa involarsi ai denti dei cani, rifuggono all’uomo. Questa mia figlia, quasi tenera cerva, per ischifare i morsi dei maligni laceratori de li altrui scritti, in mansueto gesto raccomanda se stessa alla virtuosa umanità di V[ostra] S[ignoria] Clarissima. Le rondini, per campare i figli da tutti gli altri animali eleggono nelle nostre case le più alte travi a cui sospendono i nidi. Io per campar {NP 4}questo mio parto da qualunque fiera il pensasse offendere, lo appendo al vostro altissimo nome. Il principe di Scozia, poiche ebbe ornato quel pino dell’armi da lui raccolte, stimò d’assicurarlo maravigliosamente col titolo che diceva10 : A R matura d’Orlando Paladino. E a me parrà d’aver assicurato quest’opera col nome di V[ostra] S[ignoria] Eccellentissima in fronte. Metabo Rè dei Volschi11 per liberar la pargoletta figliuola da ogni pericolo la dedicò alla sorella del Sole. Io che non meno amo la mia Adriana che quel Rè si amasse la sua Camilla, con accorto consiglio la dedico a V[ostra] S[ignoria] Clarissima. Le statue d’argento o di cera mentre pratican nelle botteghe degli artefici lor genitori son mosse e maneggiate da tutti. Ma poi che l’altrui voto le appende a qualche religiosa altezza niuno le move più. Cotal privilegio attendo io da questa dedica{NP 5}tura a questo mio parto. Tanto fu il saper di Pitagora12 che niuno ripugnava al parere approvato da lui per vero. Tanta fu la autorità del favoloso Giove presso i Gentili, che niuno contradiceva a cosa commendata da lui per buona. Cotal ventura sentirà la mia opera col testimonio onorato di V[ostra] S[ignoria] Illustrissima piena d’autorità e di sapere. La natura quanto più profonda il piè dell’albero verso il centro, tanto più leva la sua chioma poi verso il cielo. E io, quanto più conosco il mio parto umile nello stile, tanto più cerco renderlo alto nella dedicatura. Prometeo13, poi che ebbe formato quella sua effigie di terra bramoso di darle vita, la appressò al sole. Opi quando ebbe partorito Giove acciocché non fosse divorato dal tempo figurato in Saturno il diede in guardo ai Cureti14. Giove poiché fu nato Ercole, per farlo immortale lo {NP 6} appese al petto della lattante Giunone15. E io, vago di procacciar vita, e una vita trionfatrice del tempo e emula della immortalità, a questa mia figlia, la appresso, la dò in guardia e la appendo a V[ostra] S[ignoria] Eccellentissima. Sicché, se questa mia Adriana cederà alla mia Dalida16, sua sorella nella primogenitura, ad Altea17 nell’antichità della historia, a Canace18 nell’eccellenza dell’autore, a Cleopatra19 nella illustratezza delle persone, a Gismonda nella nobiltà dello scrittore dalle cui novelle è tradotta20, a Orbecche21 nei discorsi morali, a Rosimonda nella brevità22, a Sofonisba nella novità dello stile23, alle figliole di Sofocle nell’arte, a quelle di Euripide negli affetti, e a quelle di Seneca nella sentenze, non cederà ad alcuna nella dignità della persona a cui si consacra. L’interesse mio fia24 si grande, che io locando in tal parte il mio parto, acquisterò nome {NP 7} di savio, quale acquista il cocodrillo mentre conduce le uova si in alto che non vi giungon l’acque del Nilo. E se io sarò conosciuto sciocchissimo nel comporre, sarò almeno riputato accortissimo nel dedicare. Rammentissi dunque V[ostra] Magnificenza Clarissima che le rose e gli usignoli (ancorché nascano tra le più incolte spine) son però graditi da ciascun sesso e ciascuna età. E con questa mente gradisca questa mia tragedia intitolata adriana parte dalla principessa introdottavi, parte dalla mia patria25 (percioché fabbricando questi miei cittadini sontuosi palazzi, nè potendo la mia povertà fabbricar fuorché una picciola casa, nè cedendo io lo di grandezza d’animo, ho statuito rinnovar tutta intera la patria mia nell’antica Eccellenza in cui già fioriva, parte da più segreta cagione intesa da pochi, pur’intesa da alcuni26. Ma udiamo {NP 8}ormai la Adriana, così fosse questa eloquente come quella per cui è allevata, e quella fosse stata pietosa e fedele, come questa in cui è rinata. Fosse questa bella come quella, e quella mia come questa. Di Adria, il dì 29. Di novembre 1578.