Prologue
La Gelosia
Grazzini, Antonfrancesco, detto il Lasca
Éditeur scientifique : De Capitani, Patrizia
Description
Auteur du paratexteGrazzini, Antonfrancesco, detto il Lasca
Auteur de la pièceGrazzini, Antonfrancesco, detto il Lasca
Titre de la pièceLa Gelosia
Titre du paratextePrologo agli uomini
Genre du textePrologue
Genre de la pièceComédie
Date1551
LangueItalien
ÉditionFlorence : in casa dei Giunti, 1551, In-8°. (Lien vers l’édition numérisée bientôt disponible)
Éditeur scientifiqueDe Capitani, Patrizia
Nombre de pages4
Adresse sourcehttp://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro%20italiano%20del%20XVI%20e%20XVII%20secolo/Elenco%20opere/image135.pdf.
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Grazzini-Gelosia-Prologue.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Grazzini-Gelosia-Prologue.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Grazzini-Gelosia-Prologue.odt
Mise à jour2013-01-20
Mots-clés
Mots-clés français
GenreComédie
SujetSujet nouveau ; comédie extravagante
DramaturgieRespect de l’unité de temps ; indépendance tant par rapport aux auteurs anciens que modernes / imitation servile ; traduction ; adéquation aux coutumes modernes ; refus du procédé de la reconnaissance et du mélange de genres et de styles
LieuFlorence
TempsUne nuit
Personnage(s)Vieillard jaloux
RéceptionPublic de savants ; louange du public ; demande d’attention
Mots-clés italiens
GenereCommedia
ArgomentoSoggetto nuovo ; commedia stravagante
DrammaturgiaRispetto dell’unità di tempo ; indipendenza dagli antichi e dai moderni / imitazione pedissequa e traduzione ; conformità ai costumi moderni ; rifiuto dell’agnizione e della mescolanza di generi e stili
LuogoFirenze
TempoUna notte
Personaggio(i)Vecchio geloso
RicezionePubblico dotto ; lode del pubblico ; richiesta dell’attenzione
Mots-clés espagnols
GéneroComedia
TemaTema nuevo ; comedia extravagante
DramaturgiaRespeto de la unidad de tiempo ; independencia tanto respecto a los autores antiguos como modernos / imitación servil ; traducción ; adecuación a las costumbres modernas ; rechazo del procedimiento de la anagnorisis y de la mezcla de géneros y de estilos
LugarFlorencia
TiempoUna noche
Personaje(s)Viejo celoso
RecepciónPúblico docto ; alabanza del público ; petición de atención
Présentation
Présentation en français
Dans l’édition de 1551, le “Prologue aux hommes” était suivi d’un autre aux femmes. Ce dernier ne comporte pas de contenus théoriques, mais il s’appuie essentiellement sur la veine galante et lascive, courante dans les prologues adressés au public féminin. Les deux prologues, aux hommes et aux femmes, se trouvent aussi dans la réimpression de la Gelosia parue chez Giunti en 1568. Ici, le “Prologue aux hommes” est repris fidèlement, à quelques variantes de détail près. L’existence d’un “Prologue aux femmes” laisse supposer deux représentations différentes de la comédie, dont l’une aurait été destinée aux femmes1.
Présentation en italien
Texte
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PROLOGO AGLI UOMINI
{3} Noi semo3 qui per recitarvi una Commedia, la quale se il nostro componitore4 avesse interamente creduto dover venire inanzi a tanti nobili spiriti, a tanti begli ingegni e a tante onorate persone, quali e quante egli testé5 vede per ascoltarla insieme ragunate6, l’arebbe7 considerata meglio e messovi assai più studio e diligenza, e datovi nel capo a prima giunta8 anch’egli d’un « noi vi faremo », o « qui siam per farvi », o « voi sarete d’una nuova Commedia spettatori »9 ; le quali son riuscite tutte poi, come diceva Burchiello, « nuove di panno vecchio »10. Benché la sua, quando detto avesse che nuova fosse, non avrebbe peccato in spirito santo per due cagioni principali : l’una per lo non avere egli tolto agli antichi o rubato ai moderni, e massimamente la invenzione e il soggetto, sendo stravagante e vario11 da tutti quanti gli altri, rappresentando un caso occorso in una notte sola12, il quale cominciando in su le cinque ore dopo cena, fornisce13 inanzi al levar del Sole. L’altra perché in essa non sono ritrovamenti14 : che a dirne il vero è gran cosa, gran meraviglia, anzi grandissimo miracolo, che di quante commedie nuove, dallo Assedio in qua15, o pubblicamente o pri{NP}vatamente si sono recitate in Firenze in tutte quante intervengano ritrovi ? tutte forniscano in ritrovamenti ? La qual cosa è tanto venuta a noia e in fastidio ai popoli, che come sentano nell’Argomento dire che nella presa d’alcuna Città o nel sacco di qualche Castello si siano smarrite o perdute bambine o fanciulli, fanno conto d’averle udite, e volentieri, se potessero con loro onore, se ne partirebbero16, sapendo che tutte quante battano a un segno medesimo17. E di qui si può conoscere quanto questi cotali manchino di concetti e d’invenzione : veggiendosi per lo più le loro Commedie stiracchiate, grette e rubacchiate qua e là. E peggio ancora che essi accozzano18 il vecchio col nuovo, e l’antico col moderno : e fanno un guazzabuglio e una mescolanza che non ha né via né verso, né capo né coda ; e facendo la Scena Città moderne19, e rappresentando i tempi d’oggi, vi introducono usanze passate e vecchie, e costumi antichi e tralasciati. E si scusano poi col dire : « così fece Plauto », e « così usarono Terenzio e Menandro » ; non si accorgendo20 che in Firenze, in Pisa, in Lucca non si vive come si faceva anticamente in Roma e in Atene. Traduchino in malora21, se non hanno invenzione, e non rattoppino e guastino l’altrui e il loro insieme : il senno e la prudenza degli uomini è sapersi accomodare ai tempi. Ma se non fusse che l’Autore non vuole essere tenuto22 cattiva lingua, vi mostrarebbe intorno acciò23 infiniti esempi di questi moderni componitori. Nella Commedia sua dunque non sono ritrovamenti, poiché nei giorni nostri non si sono veduti accadere giammai, e particolarmente nella Tosca{4}na : come di quei Ruffiani ancora, o Mercatanti che fanno incetta di Fanciulle e vanno vendendo femmine24. Ora, se vi paresse che il nostro componitore avesse detto qualche cosellina delle commedie altrui, l’ha fatto per pigliar campo innanzi25, perciò che egli sa molto bene quanto la sua sarà, senza rispetto o discrezione alcuna, morsa26 e lacerata : e massimamente dalla maggior parte di quelli che fanno professione d’intendere le Toscanerie, o che hanno vena di poesia, o di pazzia per dir meglio, che sono una quantità infinita : né mai questi cotali, sia qual esser si voglia la cagione, hanno lodato cosa niuna di suo, se non quelle che sono uscite fuori sotto nome altrui. Ora voi vedrete tosto come egli riuscirà : vi prega ben di cuore (uditori certissimi27), che per infino che la sua Commedia non avete veduta tutta, non vi risolviate a dirne o male o bene : fornita poscia che ella sarà, ognuno ne dica secondo l’animo suo, percioché, apprezzando egli poco le lodi, non tiene anche troppo conto dei biasimi ; e di poi sendo avvezzo28 coi canti carnascialeschi29, è uso alla schermaglia. Sapendo benissimo essere impossibile di poter piacer a tutti, pure soddisfacendo in qualche parte l’universale, si terrebbe del tutto pago e contento, non gli piacendo molto soddisfare il particolare solamente, per ciò che i pochi s’ingannano spesso e gli assai non mai30 o rade volte. Per questo gli antichi valorosi Romani, quando trionfavano, se bene egli avevano quello del Senato, non avendo il consenso del Popolo, non pareva loro avere fatto niente : e però31 si dice : « voce di popolo, voce di Dio ». Ma fornendo questo ragionamento {NP} (Ascoltatori onoratissimi) non mi resta altro a dirvi, se non che noi vogliamo che questo per oggi sia Firenze, e che la Favola32 si chiama la Gelosia ; detta non pure da un vecchio geloso che in essa s’introduce, ma per nascergli mediante la gelosia occasione ancora ond’egli fu per morir di gelo33. Il nome di chi l’ha composta, senza che altrimenti ve lo dica, sapete voi benissimo. Ma perché di già veggo comparire il coro, attendete alla musica voi, che io me ne torno dentro.
IL FINE.