Dédicace
Egle satira di M. Giovan Battista Giraldi Cinzio da Ferrara
Giraldi Cinzio, Giovanbattista
Éditeur scientifique : Comparini, Lucie
Description
Auteur du paratexteGiraldi Cinzio, Giovanbattista
Auteur de la pièceGiraldi Cinzio, Giovanbattista
Titre de la pièceEgle satira di M. Giovan Battista Giraldi Cinzio da Ferrara
Titre du paratexteAl magnifico M. Bartolomeo Cavalcanti
Genre du texteDédicace
Genre de la pièceSatira (dramma satiresco)
Date1545
LangueItalien
Éditions.n., s.l., s.d., Venezia ? 1545-1547 ?, In-8°. (Lien vers l’édition numérisée bientôt disponible)
Éditeur scientifiqueComparini, Lucie
Nombre de pages4
Adresse sourcehttp://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro%20italiano%20del%20XVI%20e%20XVII%20secolo/Elenco%20opere/image446.pdf.
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Giraldi-Egle-DedicaceCavalcanti.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Giraldi-Egle-DedicaceCavalcanti.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Giraldi-Egle-DedicaceCavalcanti.odt
Mise à jour2015-02-06
Mots-clés
Mots-clés français
GenreDrame satyrique ; nouveauté du genre proposé
SourcesThéâtre antique
ReprésentationProvoquée par les lettrés
RéceptionCritiques face à la nouveauté
FinalitéModèle à imiter et dépasser
ExpressionStyle nouveau
Relations professionnellesAuteurs présomptueux, incompétents, envieux
Mots-clés italiens
GenereDramma satiresco ; novità del genere proposto
FontiTeatro antico
RappresentazioneProvocata da dotti
RicezioneCritiche di fronte alla novità
FinalitàModello da seguire e superare
EspressioneStile nuovo
Rapporti professionaliAutori presuntuosi, incompetenti, invidiosi
Mots-clés espagnols
GéneroDrama satírico ; novedad del género propuesto
FuentesTeatro antiguo
RepresentaciónProvocada por los letrados
RecepciónCríticas frente a la novedad
FinalidadImitar o superar el modelo
ExpresiónEstilo nuevo
Relaciones profesionalesAutores presuntuosos, incompetentes, envidiosos
Présentation
Présentation en français
Présentation en italien
Texte
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Al Magnifico M. Bartolomeo Cavalcanti
{p.3} Tre cose tra le altre, magnifico messer Bartolomeo1, sono sovente principale cagione che i nuovi2 componimenti che da sé sono degni di loda appresso qualche torto giudizio3 ricevan biasimo. L’una delle quali è l’ignoranza altrui, l’altra il troppo persuadersi di sapere, la terza l’altrui invidia4. Perché coloro che non sanno non stimano buono se non quello ch’è lor proprio, cio è l’ignoranza. E quelli che si persuadono di sapere tutte le cose, veggendo non essere iti con lo ‘ngegno tanto oltre, quanto alle volte veggono andare altri, cercano col biasimare gli apportatori delle cose nuove serbarsi quella riputazione ch’es{NP3}si s’hanno acquistato appresso5 tale che si ha creduto poter sapere, col mezzo loro, ogni lodevole cosa. E gli invidiosi che sempre con dolente occhio mirano il bene altrui, quanto più vaghe6 veggono apparir le cose nuove e più atte ad accrescere pregio a’ loro autori, tanto più cercano macchiarle col loro veleno, accioché meno vaghe e men leggiadre si scuoprano agli occhi di chi le dee mirare. Per questo adunque, veggendo io a che rischio i’ mi poneva e quanto gran campo io dava a simili genti di lacerarmi, s’io dava fuori la satira mia, cosa non pur nuova, ma s’io non me ‘nganno né anche conosciuta da molti a’ tempi nostri, meco avea deliberato tenerla ascosa e nel seno godermi d’esser stato io il primo che dopo mill’anni e più7 avessi posto in questo campo il piede. Ma dopoi, sapendo ch’i dotti, che sono d’animo {p.4} sincero, prendono piacere di quello che a quelli altri è di noia e bramano ch’ogni dì appaia cosa onde si destino i belli ingegni ad arricchire questa nostra volgar favella, ho voluto più tosto piacere a questi pochi tali (che dopo che la mi fero8 porre in scena, più e più volte chiesta la mi hanno)9 che per10 la moltitudine di quelli altri essere tenuto da questi poco cortese. Oltre che ‘l persuadermi che questa mia nuova favola potrebbe essere duce11 a’ gentili spirti a farli giungere, in questa maniera di scrivere, là ov’io forse non sono arrivato mi ha non poco invitato a darla fuori. Avendo adunque meco proposto di lasciarla uscire, a voi tra’ dotti12 giudiziosissimo e tra’ giudiziosi dottissimo ne faccio cortese dono, sicuro che se voi colla vostra dottrina e col vostro giudizio non potrete raffrenare l’altrui mal dire, potrete almeno col{NP 4}la ragione in mano, dalla quale a mio giudizio in questo componimento non mi sono scostato, far vedere a chi sarà capace del vero il poco sapere degli ignoranti e la troppa persuasione e malvagità degli altri ; e che se questa satira non ha in sé la real maestà della tragedia né la civile piacevolezza della commedia, porta però tanto seco del proprio a lei, che non è nella sua spezie imperfetta appresso di chi sa di che membra vogliono essere composte questa e quelle13. Coglietela adunque et insieme con lei il vostro Giraldi non meno affezionato alla vostra molta vertù, che merti la benignità e la cortesia che sempre amorevolissimamente l’avete mostro14.
Giovan Battista Giraldi Cinzio