Prologue
L’Innocente fanciulla. Comedia nuova di Gabriello Gabrielli Romano. Dedicata all’illustrissimo Signor Crescentio Crescenti
Gabrielli, Gabriello
Éditeur scientifique : De Capitani Patrizia
Description
Auteur du paratexteGabrielli, Gabriello
Auteur de la pièceGabrielli, Gabriello
Titre de la pièceL’Innocente fanciulla. Comedia nuova di Gabriello Gabrielli Romano. Dedicata all’illustrissimo Signor Crescentio Crescenti
Titre du paratextePrologo
Genre du textePrologue
Genre de la pièceComédie
Date1603
LangueItalien
ÉditionVenise : Sebastian Combi, 1605, in-12°. (Lien vers l’édition numérisée bientôt disponible)
Éditeur scientifiqueDe Capitani Patrizia
Nombre de pages3
Adresse sourcehttp://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro%20italiano%20del%20XVI%20e%20XVII%20secolo/Elenco%20opere/image437.pdf
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Gabrielli-InnocenteFanciulla-Prologue.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Gabrielli-InnocenteFanciulla-Prologue.html
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Mise à jour2013-06-20
Mots-clés
Mots-clés français
GenreComédie
SujetInventé ; nouveau
DramaturgieDivision en actes
FinalitéMorale ; plaisir
ExpressionPlurilinguisme
AutreEsthétique de la variété
Mots-clés italiens
GenereCommedia
ArgomentoInventato ; nuovo
DrammaturgiaDivisione in atti
FinalitàMorale ; divertimento
EspressionePlurilinguismo
AltriEstetica della varietà
Mots-clés espagnols
GéneroComedia
TemaInventado ; nueve
DramaturgiaDivisión en actos
FinalidadMoral ; entretenimiento
ExpresiónPlurilingüismo
OtrasEstética de la variedad
Présentation
Présentation en français
Présentation en italien
Texte
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Prologo
{5} Se i travagli del mondo e l’umane cure, o Spettatori, non si alleviassero alle volte con qualche onesto sollazzo o di mente o di corporal esercizio s’incarnerebbero talmente negli uomini che infelice e odiosa ne renderebbero quella vita che da noi tanto si apprezza, si stima e tiensi cara. Onde, per temprare e addolcire quegli accidenti che generalmente l’incostante fortuna n’imprime7, sono state da virtuosi molte cose ritrovate, le quali, come nostro medicamento, hanno assai alleggerito i sinistri avvenimenti della vita nostra. E fra molti il più virtuoso esercizio che sia stato ritrovato, con grande ragione la commedia tiene il primo loco8, essendo quella un poema dove tutte le azioni umane si scoprono9 {6} e dove si dimostra ai mortali quanto importi il fuggire i vizi e abbracciar le virtù. E chi non sa gli Ateniesi esser stati i primi scrittori di commedie ? Le quali però che10 da principio furono agresti e rusticali, non per altro si rappresentavano che per dilettare nelle lor feste il civile popolo. Ma dopo che Cratino11 gli atti di esse e i personaggi a più eleganza ridusse, nel piacere l’utile intramettendo12, quelle a pubblico esempio osservarono quasi che una norma del ben vivere. E scoprendo sotto piacevol colore i difetti dei molti ha apportato non piccola utilità alle genti: quanto sia biasimevole l’avarizia in un animo nobile, quanto dannoso il fidarsi dei servi ignobili, come pericoloso l’essere oltremodo geloso, quanto poco si debba credere a millantatori e a quanti infelici giorni e gravose notti e a quanti strazii siano soggetti i miseri amanti.
Eccovi adunque una commedia nuova, comparsa di nuovo e vestita di nuovo. E perché l’autore di essa sa molto bene che per variare il mondo è bello e i cervelli umani son vari e però la varietà piace a tutti13, ha voluto formare i personaggi che nella commedia intervengono di lingue varie, immaginandosi {7} che abbiano a dilettarvi. E se per avventura14 vi sarà alcuno che non bene capisca il linguaggio, se gli15 potrà dare la risposta che diede quel filosofo a quel tale che gli disse che non intendeva il suo parlare, cioè « impara a parlare come faccio io ». Ma qui fa punto l’autore16 e dice se la favola sarà dilettosa, che vi parrà brevissima, come sono i diletti di quaggiù che in un momento vengono e vanno, e se non sarà, si contenta da ora che gli uomini, le donne, l’apparato e ciò che c’è lo piantino sul più bello senza dire « Valete » e « Plaudite »17. Or state attenti e cominciate ad udire che io vedo comparire Guglielmo18. Addio.