IdT – Les idées du théâtre


 

Prologue

I Suppositi Comedia di M. Ludovico Ariosto, da lui medesimo riformata, e ridotta in versi

Ariosto, Ludovico

Éditeur scientifique : Clerc, Sandra

Description

Auteur du paratexteAriosto, Ludovico

Auteur de la pièceAriosto, Ludovico

Titre de la pièceI Suppositi Comedia di M. Ludovico Ariosto, da lui medesimo riformata, e ridotta in versi

Titre du paratextePrologo de li Suppositi

Genre du textePrologue

Genre de la pièceCommedia

Date1551

LangueItalien

ÉditionVenise, Gabriel Giolito de Ferrari e fratelli, 1551, in-12

Éditeur scientifiqueClerc, Sandra

Nombre de pages2

Adresse sourcehttp://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro%20italiano%20del%20XVI%20e%20XVII%20secolo/Elenco%20opere/image247aa.pdf

Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Ariosto-Suppositi-Prologo.xml

Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Ariosto-Suppositi-Prologo.html

Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Ariosto-Suppositi-Prologo.odt

Mise à jour2015-01-29

Mots-clés

Mots-clés français

SujetInventé / réel ; décent / indécent ; neuf

RéceptionAttentes du public

FinalitéPlaisir

ExpressionJeux de mots

ActualitéRappel d’un épisode d’actualité

AutreExhortation au silence

Mots-clés italiens

ArgomentoInventato / reale ; decente / indecente ; nuovo

RicezioneAttese del pubblico

FinalitàDivertimento

EspressioneGiochi di parole

AttualitàRiferimento a un episodio contemporaneo

AltriEsortazione al silenzio

Mots-clés espagnols

TemaInventado / real ; decente / indecente ; nueve

RecepciónEsperas del público

FinalidadEntretenimiento

ExpresiónJuegos de palabras

ActualidadReferencia a un episodio de actualidad

OtrasExhortación al silencio

Présentation

Présentation en français

L’Arioste est considéré, à juste titre, comme l’un des fondateurs du théâtre comique en langue vulgaire de la Renaissance. Il composa Les Supposés en prose, à l’occasion du carnaval de 15091. L’auteur rédigea ses textes théâtraux suivants en vers ; aux alentours de 1532, il réécrivit dans cette forme ses premières comédies, La Comédie de la caisse et Les Supposés2. Contrairement à la première, dans laquelle il avait apporté des modifications à la trame, il se consacra à la deuxième seulement pour réécrire le texte, sans opérer beaucoup de changements, à l’exception du prologue. En effet, dans la rédaction de 1509, le paratexte contenait des considérations intéressantes au sujet de la pratique de la contaminatio ; la dette de l’intrigue à l’égard de Plaute (Les Captifs) et de Térence (L’Eunuque) y était explicitement reconnue, et le texte n’oubliait pas la contribution du genre de la nouvelle en langue vulgaire, en particulier de Boccace3. Ces indications ont été remplacées, dans le prologue en vers présenté ici, par l’allusion à un scandale qui avait touché à l’époque la cour de Rome, lié à la publication d’images osées accompagnées de sonnets de Pietro Aretino4. L’opération a été définie par Angela Casella comme « clairement indicative du changement du goût [de l’Arioste] et de la tendance à écarter des arguments académiques et livresques en faveur de la chronique contemporaine »5. La plus grande partie du prologue sert à déclarer le titre de la pièce au moyen d’un jeu long et compliqué d’allusions et doubles sens érotiques qui se fonde sur les différentes significations possibles du verbe « supporre » (qui signifie littéralement « supposer », mais qui entre également en résonance avec le suppositoire, métaphorique de la sodomie). L’Arioste annonce finalement avoir employé le mot au sens étymologique pour indiquer les échanges d’identité entre les personnages, qui sont bel et bien le prétexte autour duquel se joue toute la pièce.

Présentation en italien

Ludovico Ariosto è a ragione considerato uno dei fondatori del teatro comico volgare del Rinascimento. Egli compose I Suppositi in prosa, in occasione del carnevale del 15096. L’autore redasse i suoi successivi testi teatrali in versi, e in questo senso rielaborò attorno al 1532 anche le sue prime commedie, La Cassaria e I Suppositi7. A differenza della prima, nella quale egli aveva introdotto alcune modifiche riguardanti la trama, nella seconda Ariosto si limitò a riscrivere il testo con minimi aggiustamenti, ad eccezione del prologo. Infatti, nella redazione del 1509 il paratesto conteneva interessanti considerazioni in merito alla pratica della contaminatio e il riconoscimento del debito della trama nei confronti delle commedie di Plauto (Captivi) e Terenzio (Eunuchus), senza dimenticare l’apporto proveniente dalla novellistica volgare, in particolare da Boccaccio8. Queste indicazioni sono sostituite, nel prologo in versi qui presentato, da un’allusione a uno scandalo contemporaneo che aveva toccato la corte di Roma, riguardante la pubblicazione di immagini licenziose accompagnate dai sonetti di Pietro Aretino9. L’operazione viene definita da A. Casella «chiaramente indicativa del suo [di Ariosto] gusto mutato e della tendenza a scartare argomentazioni accademiche e libresche a favore della cronaca contemporanea»10. La maggior parte del prologo è impiegata per enunciare il titolo della commedia, attraverso un lungo e complicato gioco di maliziose allusioni e doppi sensi erotici fondato sui diversi significati attribuibili al verbo ’supporre’, che Ariosto dice infine essere impiegato da lui in senso etimologico, per indicare gli scambi di persona tra i personaggi, l’espediente comico sul quale è basata la trama.

Texte

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Prologo de li Suppositi

{3} Che talora i fanciulli si suppongano11
A nostra etade12, e per addietro siano
Stati non meno più volte suppositi,
Oltre che voi l’abbiate ne le fabule13
5    Veduto, e letto ne l’antique istorie,
Forse è qui alcuno che in esperienzia
L’ha avuto ancor14. Ma che li vecchi siano
Similmente dai giovani suppositi,
Nuovo e strano vi dee15 parer certissima-
10    Mente ; e pur anco16 i vecchi si suppongono.
Ma voi ridete ?17 Oh, che cosa da ridere
Avete da me udita ? Ah, ch’io mi immagino
Donde cotesto riso dee procedere18.
Voi vi pensate che qualche sporcizia19
15    Vi voglia dire, o farvene spettacolo :
Che se veder voi vi aspettassi20 o intendere
Alcuna cosa di virtù, starebbonvi21
Più gli occhi bassi e più la bocca immobile
{NP 3} Che a savie spose, allora che si sentono
20    In pubblico lodar con bello esordio22.
E questo mostra ben che non sète23 anime
Sante ; perché mai non veggiamo24 ridere
Se non a quelle cose che dilettano.
Ma non sono io sì indiscreto che al minimo
25    Uomo di voi pensassi, non che a [u]n popolo,
O dire o mostrar cosa reprensibile.
E bench’io parli con voi di supponere,
Le mie supposizioni però simili
Non sono a quelle antique, che Elefantide25
30    In diversi atti e forme e modi varii
Lasciò dipinte, e che poi rinnovatesi
Sono ai dì nostri in Roma santa, e fattesi
In carte belle, più che oneste, imprimere,
Acciò che tutto il mondo n’abbia copia26 :
35    Né son simili a quelle che i fantastici
Sofisti han ritrovate in dialettica27.
Questa supposizion nostra significa
Quel che in volgar si dice porre in cambio28.
Io v’ho voluto esplicare29 il vocabolo
40    Per tôrvi30 il pensar male, e farvi intendere
Che non vi sète apposti31. Or dal supponere
Che qui faremo de’ vecchi e de’ giovani,
La commedia avrà nome li Suppositi.
La qual, se ascolterete con silenzio,
45    Vi potrà dar col suo nuovo supponere
Non disonesta materia da ridere.