Prologue
Gli duoi fratelli rivali
Della Porta, Giambattista
Éditeur scientifique : Spanu Fremder, Silvia
Description
Auteur du paratexteDella Porta, Giambattista
Auteur de la pièceDella Porta, Giambattista
Titre de la pièceGli duoi fratelli rivali
Titre du paratextePrologo della commedia de li doi fratelli rivali
Genre du textePrologue
Genre de la pièceComédie
Date1601
LangueItalien
ÉditionVenezia : G.B. Ciotti, 1606, in-12°. (Lien vers l’édition numérisée bientôt disponible)
Éditeur scientifiqueSpanu Fremder, Silvia
Nombre de pages6
Adresse sourcehttp://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro italiano del XVI e XVII secolo/Elenco opere/image619.pdf
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/DellaPorta-GliduoiFratelli-Prologue.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/DellaPorta-GliduoiFratelli-Prologue.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/DellaPorta-GliduoiFratelli-Prologue.odt
Mise à jour2013-01-20
Mots-clés
Mots-clés français
GenreComédie ; commedia dell’arte
SourcesMénandre ; Epicarme ; Plaute
DramaturgieAbandon des règles aristotéliciennes ; texte / représentation ; dramaturgie de l’acteur
ActionUsage de la péripétie
ReprésentationRéactions du public
RéceptionSuccès ; public populaire / public cultivé
ExpressionVirtuosité linguistique ; transgression des codes linguistiques traditionnels
MetadiscoursPratique du prologue / pratique de l’argument
Mots-clés italiens
GenereCommedia ; commedia dell’Arte
FontiMenandro ; Epicarmo ; Plauto
DrammaturgiaAbbandono delle regole aristoteliche ; testo / rappresentazione ; drammaturgia dell’attore
AzioneUso della peripezia
RappresentazioneReazioni del pubblico
RicezioneSuccesso ; pubblico popolare / pubblico colto
EspressioneVirtuosismo linguistico ; trasgressione dei codici linguistici tradizionali
MetadiscorsoPratica del prologo / pratica dell’argomento
Mots-clés espagnols
GéneroComedia ; commedia dell’arte
FuentesMenandro ; Epicarmo ; Plauto
DramaturgiaAbandono de las reglas aristotélicas ; texto / representación ; dramaturgia del actor
AcciónUso de la peripecia
RepresentaciónReacciones del público
RecepciónÉxito ; público popular / público culto.
ExpresiónVirtuosismo linguístico ; transgresión de los códigos lingüísticos tradicionales.
MetadiscursoPráctica del prólogo ; práctica del argumento
Présentation
Présentation en français
La production théâtrale de Giambattista Della Porta s’inscrit dans un contexte – celui de la fin du Cinquecento – qui anticipe et annonce le siècle suivant grâce à la diffusion d’une nouvelle idée de comédie littéraire. En participant au débat contemporain sur la langue, dans cet écrit liminaire, Della Porta se propose notamment d’inaugurer et de promouvoir une comédie ouverte à l’expérimentation linguistique. La langue se veut avant tout au service de l’action scénique et du jeu de l’acteur, en consolidant ainsi l’idée que texte et représentation forment un binôme fondamental, au sein duquel le texte dramatique est conçu a priori comme un support provisoire, ayant comme unique vocation celle d’« être joué ». Le Prologue démontre clairement comment des mécanismes tels que la recherche de l’effet de surprise et l’usage fréquent de la peripezia – « esprit », « âme », moteur de la comédie – trouvent toujours une correspondance dans l’expressionnisme verbal et dans la virtuosité linguistique, c’est-à-dire dans la recherche d’artifices et de locutions verbales aptes à bouleverser les codes linguistiques traditionnels. L’expérimentation théâtrale de Della Porta ne s’applique pas uniquement à la commedia, dont les Deux Frères rivaux sont un prototype, elle s’étend au contraire à l’ensemble de la réflexion dramaturgique de l’auteur. Langue scénique et pratique actoriale deviennent alors l’expression d’une nouvelle théâtralité, non conventionnelle et détachée des modèles littéraires anciens, d’une dramaturgie qui affirme avec force la suprématie de la pratique scénique et du jeu d’acteur sur la théorie, en montrant en même temps l’influence de la formation scientifique de Giambattista Della Porta sur sa conception du théâtre et sur la construction dramaturgique de ses pièces.
Présentation en italien
Texte
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Prologo della commedia de li doi fratelli rivali
{NP1} Olà che rumore, olà che strepito è questo? Egli è possibil pure che fra persone di valore e di sangue illustre ci abbia a venir mischiata sempre questa vilissima canaglia1? la qual per mostrar a quel popolazzo che gli sta d’intorno2, che s’intende di commedie, or rugna3 di qui or torce il muso4 di là, par che le puzzi ogni cosa5. Questa parola non è bocca{NP2}ccevole: questo si potea dir meglio altrimente6, questo è fuor delle regole di Aristotele, quel non ha del versimile7, pascendosi8 di quell’aura vilissima popolare, né intende che si dica e alla fine viene a credere agli altri. E altri pieni d’invidia e di veleno, per mostrar che la commedia non dia soddisfazione agli intendenti e che l’hanno in fastidio, empiono9 di strepito e di gridi tutto il Teatro. E che genti son queste poi ? Qualche legista senza legge, e qualche Poeta senza versi10.
Credete, ignorantoni, con queste vostre chiacchiere, far parer un’opera di manco ch’ella sia, {NP3}come il mondo dal vostro bestial11 giudizio gradisse gli onori dell’opere ? O goffi che siete, ché l’opre son giudicate dall’applauso universal de’ dotti di tutte le nazioni, perché si veggono stampare per tutte le parti del mondo e tradotte in latino, francese, spagnuolo, ed altre varie lingue, e quanto più s’odono e si leggono, tanto più piacciono e son ristampate, come è accaduto a tutte l’altre buone sue sorelle12 che in pubblico ed in privato comparse sono. Vien qua, Dottor della necessità13, che con sei tratti di corda non confessaresti una legge14, che non sapendo della tua, presu{NP4}mi saper tutte le scienze.
Certo, se sapessi che cosa è commedia, ti porresti sotterra per non parlare giammai. Ignorantissimo, considera prima la favola se sia nuova, meravigliosa, piacevole e se ha l’altre sue parti convenevoli, ché questa è l’anima della commedia15. Considera la peripezia, che è spirito dell’anima, che l’avviva e le da moto, e se gli antichi consumavano venti16 scene per far caderla in una, in queste sue, senza stiracchiamenti17 e da se stessa, cade in tutto il quarto atto, e se miri più adentro, vedrai nascer peripezia da peripezia18, e agnizione da agnizione19. Ché se non fossi così {NP5} cieco degli occhi dell’intelletto come sei, vedresti l’ombre di Menandro, di Epicarmo e di Plauto vagar in questa scena, e rallegrarsi che la commedia sia giusta a quel colmo e a quel segno20, dove tutta l’antichità fece bersaglio21. Or questo è altro che parole del Boccaccio o regole di Aristotele, il quale se avesse saputo di filosofia e di altro quanto di commedia, forse non avrebbe quel grido famoso che possiede per tutto il mondo. Ma tu che sei goffo22, non conosci l’arte. Or gracchiate23 tanto che crepiate, ché il nome vostro non esce fuor del limitar delle vostre camere, ne per {NP6} ciò voi scemerete la fama dell’autore, la qual nasce da altri studi più gravi di queston e le commedie fur scherzi della sua fanciullezza24. Or tacete bocche di conche25 e di sepolcri de’ morti26, ché se provocherete la sua modestia come or amichevolmente qui vi ammonisce27, farà conoscer per sempre chi voi siete. Ma questi ignorantoni per la rabbia m’han fatto tralasciare il mio ufficio, che era qui venuto a fare con voi, or questo serva invece di Prologo, ché l’argomento della favola lo vedrete minutamente spiegato da questi che vengono fuori28.