Dédicace
La Fida Ninfa. Favola pastorale di Francesco Contarini Principe dell’Accademia Serafica, dedicata al serenissimo d[on] Ferdinando Medici Gran Duca di Toscana
Contarini, Francesco
Éditeur scientifique : Clerc, Sandra
Description
Auteur du paratexteContarini, Francesco
Auteur de la pièceContarini, Francesco
Titre de la pièceLa Fida Ninfa. Favola pastorale di Francesco Contarini Principe dell’Accademia Serafica, dedicata al serenissimo d[on] Ferdinando Medici Gran Duca di Toscana
Titre du paratexteAl serenissimo don Ferdinando Medici Gran Duca di Toscana, mio sig[nor] e padron col[endo]
Genre du texteDédicace
Genre de la pièceFavola pastorale
Date1598
LangueItalien
ÉditionVenezia, Giacomo Vincenti, 1598. (Lien vers l’édition numérisée bientôt disponible)
Éditeur scientifiqueClerc, Sandra
Nombre de pages4
Adresse sourcehttp://www.opal.unito.it/psixsite/Teatro%20italiano%20del%20XVI%20e%20XVII%20secolo/Elenco%20opere/image393.pdf
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Contarini-FidaNinfa-Dedicace.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Contarini-FidaNinfa-Dedicace.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Contarini-FidaNinfa-Dedicace.odt
Mise à jour2013-11-06
Mots-clés
Mots-clés français
GenreFable pastorale
SourcesPétrarque
SujetInventé
LieuArquà (aujourd’hui Arquà Petrarca)
Personnage(s)Pétrarque (ombre) ; pasteurs ; nymphes
Relation œuvre / personnageAuteur inviré par Pétrarque à composer son œuvre
Mots-clés italiens
GenereFavola pastorale
FontiPetrarca
ArgomentoInventato
LuogoArquà (oggi Arquà Petrarca)
Personaggio(i)Petrarca (ombra) ; pastori ; ninfe
Opera e PersonaggioAutore ispirato da Petrarca per la composizione dell’opera
Mots-clés espagnols
GéneroFábula pastoral
FuentesPetrarca
TemaInventado
LugarArquà (hoy Arquà Petrarca)
Personaje(s)Petrarca (sombra) ; pastores ; ninfas
Obra y personajeAutor inspirado por Petrarca para componer su obra
Présentation
Présentation en français
Présentation en italien
Texte
Afficher les occurrences dans les notes
Al serenissimo don Ferdinando Medici, Gran Duca di Toscana, mio sig[nor] e padron col[endo]
{3} L’obbligo della devota servitù ch’io tengo con V[ostra] A[ltezza] Sereniss[ima] e l’occasione di questi pastorali componimenti mi hanno spinto a dedicarle questi miei scherzi giovanili, i quali per altro non sarebbeno stati arditi11 di comparire alla sereniss[ima] presenza di lei. Perciocché12 da quel giorno che nel mio ritorno da Roma passando per Firenze fui fatto degno di baciarle la regia mano e consecrarmele per umilissimo servitore13, non avendo giammai il mo{4}do di presentarle14 cosa alcuna, ho giudicato non convenire alla bassezza mia15 d’inchinarsi prima all’A[ltezza] V[ostra] se con un segno della dedicazione16 del cor mio non le compariva inanti17. Il che ora fo18 consacrandole19 questi boscherecci amori, i quali con nova invenzione20 si fingono21 essere succeduti in Arquà, luogo famoso ne’ Colli Euganei per le sacrate22 ceneri del divino Petrarca23, il quale essendo nato non pur24 Toscano, ma eziandio25 in cotesta26 nobilissima città di Firenze27, e avendo gran parte nell’opera28, ogni ragion voleva che quelle composizioni, le quali erano nate per via di poetica imitazione ov’egli morì e volle essere sepolto29, rinascessero a vita gloriosa ov’egli nacque30, e uscissero alla luce31 non solo nella patria di lui, ma eziandio32 con gli auspici felicissimi del suo principe, {5} signore e padre di essa patria33. Prenda dunque V[ostra] A[ltezza] Sereniss[ima] in grado34 questi amori pastorali, i quali io già tre anni sono35 quasi scherzando nel tempo della ’state36, mentre gli ozii godeva37 della villa38 per furar39 me stesso al sonno nell’ore più calde e noiose a scrivere cominciai; soggetto in vero e al luogo e all’età mia molto conforme, il quale ora ardisco di offerirle40 non pur41 in dono, ma quasi per voto, pregandol’ ad42 accettarlo con quella serenità d’animo43 che suol esser emula44 della serenità del suo sangue; conciosiacosaché45 non minor segno sia d’un animo regio e invitto46 l’accettar con singolar affetto le cose picciole, di quello che si sia il donar le grandi e magnifiche. Esca dunque nel teatro del mondo47 la mia Fida ninfa sotto la scorta48 del glorioso nome di V[ostra] A[ltezza] Se{6}reniss[ima], il quale, quasi benigna stella di Giove impressole in fronte49, la potrà rendere a ognuno amabile e graziosa50: inseme con la quale io stesso e ’l chiariss[imo] sig[nor] Taddeo mio padre, e tutta la famiglia umilmente se le doniamo51, e le baciamo con ogni riverenza le mani.
Di Padova li 10 marzo 1598. Di V[ostra] A[ltezza] Sereniss[ima] servitore umilissimo, Franc[esc]o Contarini.