Préface
Rappresentazione di Anima e di Corpo nuovamente posta in luce dal Signor Emilio del Cavaliere per recitar cantando, data in luce da Alessandro Guidotti Bolognese.
Guidotti, Alessandro
Éditeur scientifique : Decroisette, Françoise
Description
Auteur du paratexteGuidotti, Alessandro
Auteur de la pièceDe’ Cavalieri, Emilio
Titre de la pièceRappresentazione di Anima e di Corpo nuovamente posta in luce dal Signor Emilio del Cavaliere per recitar cantando, data in luce da Alessandro Guidotti Bolognese.
Titre du paratexteAi lettori
Genre du textePréface
Genre de la pièceRappresentazione sacra in musica
Date1600
LangueItalien
ÉditionRoma, Nicolò Mutij, in folio. (Numérisation en cours)
Éditeur scientifiqueDecroisette, Françoise
Nombre de pages2
Adresse source
Fichier TEIhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/tei/Cavalieri-Anima-Preface.xml
Fichier HTMLhttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/html/Cavalieri-Anima-Preface.html
Fichier ODThttp://www.idt.paris-sorbonne.fr/odt/Cavalieri-Anima-Preface.odt
Mise à jour2014-09-19
Mots-clés
Mots-clés français
GenreReprésentation sacrée en musique (oratorio)
SourcesPastorales dramatiques
DramaturgieDivision en scènes et en actes ; longueur du poème dramatique pour la musique ; adjonction d’intermèdes après chaque acte ; adjonction de ballets
LieuLieu de la représentation / lieu scénique ; adaptation de la salle à la récitation chantée
TempsDurée de la représentation
Personnage(s)Personnages allégoriques ; nécessaire variété des personnages ; nécessaire variété des voix en accord avec les personnages
ComédiensIndications de jeu scénique ; gestuelle des chanteurs en fonction des personnages ; placement de la voix ; prononciation des mots ; réduction de l’ornementation vocale
ScenographiePlacement des musiciens dans les coulisses
ReprésentationRègles pratiques pour la représentation en musique ; conseils aux instrumentistes
RéceptionImportance de la réception du public ; limitation du nombre de spectateurs
FinalitéEmouvoir le spectateur ; éviter l’ennui
ExpressionVariété des vers ; adaptation du style à la mise en musique ; alternance des vers courts et des vers longs ; nécessaire brièveté des répliques ; réduction des récits
ActualitéInvention du drame en musique chanté ; naissance du drame sacré en musique (oratorio)
AutreDéfinition du recitar cantando
Mots-clés italiens
GenereRappresentazione sacra in musica (oratorio)
FontiRapporti con le pastorali drammatiche
DrammaturgiaDivisione in scene e atti ; lunghezza del poema drammatico per la musica ; introduzione di intermezzi tre un atto e l’altro ; introduzione di balli
LuogoLuogo della rappresentazione / luogo scenico ; adattamento della sala alla recitazione cantata
TempoDurata della rappresentazione
Personaggio(i)Personaggi allegorici ; necessaria varietà dei personaggi ; necessaria varietà delle voci accordate ai personaggi
AttoriIndicazioni per la recitazione in palco ; gestualità dei cantanti secondo i persoaggi ; intonazione della voce ; pronuncia delle parole ; riduzione dei passaggi e ornamenti
ScenografiaDisposizione dei musici nelle quinte
RappresentazioneRegole pratiche per la rappresentazione in musica ; consigli per i suonatori
RicezioneImportanza della ricezione del pubblico ; limitazione del numero degli spettatori
FinalitàMuovere gli affetti del pubblico ; evitare la noia
EspressioneVarietà dei versi ; adattamento dello stile all’intonazione in musica ; necessaria alternanza di versi brevi e versi lunghi ; necessaria brevità delle battute ; riduzione dei racconti scenici
AttualitàInvenzione del dramma in musica cantato ; nascita del dramma sacro in musica (oratorio)
AltriDefinizione del recitar cantando
Mots-clés espagnols
GéneroRepresentación sacra con música (oratorio)
FuentesÉglogas dramáticas
DramaturgiaDivisión en escenas y en actos ; extensión del poema dramático para la música ; adición de intermedios después de cada acto ; adición de bailes
LugarLugar de la representación / lugar escénico ; adaptación de la sala a la recitación cantada
TiempoDuración de la representación
Personaje(s)Personajes alegóricos ; necesaria variedad de los personajes ; necesaria variedad de las voces acordes con los personajes
Actor(es)Acotaciones escénicas ; actuación de los cantantes en función de los personajes ; colocación de la voz ; pronunciación de las palabras ; reducción de la ornamentación vocal
EscenografiaColocación de los músicos en los bastidores
RepresentaciónReglas prácticas para la representación musical ; consejos a los instrumentistas
RecepciónImportancia de la recepción del público ; limitación del número de espectadores
FinalidadConmover al espectador ; evitar el aburrimiento
ExpresiónVariedad de los versos ; adaptación del estilo a la música ; alternancia de los versos cortos con los versos largos ; necesaria brevedad de las réplicas ; reducción de los relatos
ActualidadInvención del drama musical cantado ; nacimiento del drama sacro con música (oratorio)
OtrasDefinición del recitar cantando
Présentation
Présentation en français
Présentation en italien
Texte
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A’ Lettori
{NP1} Volendo rappresentare in palco la presente opera, ovvero altre simili, e seguire gli avvertimenti del signor’ Emilio del Cavaliere, e far si che questa sorta di musica da lui rinovata commova a diversi affetti, come a pietà ed a giubilo, a pianto ed a riso, ed ad altri simili, come s’è con effetto veduto in una scena moderna della Disperazione di Fileno11, da lui composta, nella quale recitando la signora Vittoria Archilei12 la cui eccellenza nella musica a tutti è notissima, mosse maravigliosamente a lagrime, in quel mentre che la persona di Fileno movea a riso. Volendo dico rappresentare par necessario che ogni cosa debba essere in eccellenza, che il cantante abbia bella voce, bene intonata, e che la porti salda, che canti con affetto, piano e forte e senza passaggi, ed in particolare che esprima bene le parole, che siano intese, e che le accompagni con gesti, e motivi non solamente di mani, ma di piedi ancora, e che sono aiuti molto efficaci a muovere l’affetto. Gli stromenti siano bene sonati, e più e meno in numero secondo il luogo, ossia teatro ovvero sala, quale per essere proporzionata a quella recitazione in musica, non doveria13 essere capace al più che di mille persone le quali stessero a sedere commodamente, per maggior silenzio e soddisfazione loro14. Che rappresentandosi in sale molto grandi non è possibile far sentire a tutti la parola, onde sarebbe necessitato il cantante a forzar la voce, per la qual causa l’affetto scema ; e la tanta musica, mancato all’udito la parola, viene noiosa15. E gli stromenti, perché non siano veduti, si debbano suonare dietro le tele della scena e da persone che vadino secondando chi canta16, e senza diminuzioni e pieno. E per dare qualche lume di quelli che in luogo simile sieno servito, una lira doppia, un clavicembalo, un chitarrone, o tiorba che si dica, insieme fanno bonissimo effetto ; come ancora un organo suave con un chitarrone. Ed il signor Emilio laudarebbe mutare li stromenti conforme all’affetto del recitante ; e giudica che simili rappresentazioni in musica non siano bene che passino due ore, e che debbano distribuirsi in atti, e li personaggi vagamente vestiti e con varietà17. Il passare da un affetto all’altro contrario come dal mesto all’allegro, dal feroce al mite e simili, commuove grandemente. Quando si è cantato un poco a solo è bene far cantare i cori, e variare spesso i tuoni ; e che canti ora soprano, ora basso, ora contralto, ora tenore, e che l’arie e le musiche non siano simili18, ma variano con molte proporzioni, cioè triple sestuple e di binari ; e adornate di echi e di invenzioni più che si può, come in particolare di balli che avvivano al possibile queste rappresentazioni, si come in effetto è stato giudicato da tutti gli spettatori, i quali balli o moresche, che si faranno apparire fuori dall’uso comune, avrà più del vago e del nuovo come per esempio la moresca per combattimento, e il ballo in occasione di giuoco e scherzo ; si come nella pastorale di Fileno tre satiri vengono a battaglia, e con questa occasione fanno il combattimento cantando e ballando sopra un’aria di moresca. E nel Giuoco della Cieca cantano e ballano quattro Ninfe, mentre scherzano ad Amarilli bendata, ubbidendo al giuoco della Cieca19. Non si dice già che si debba far per ultimo con buona occasione un ballo formato : ma si avvertisce bene che il ballo vuole dagli istessi che ballano esser cantato, e con buona occasione d’aver stromenti in mano, dagli istessi anco suonato, che così sarebbe più perfetto e fuori dell’ordinario come quello che fece il signor Emilio nella Commedia grande recitata al tempo delle nozze della Serenissima Gran Duchessa di Toscana nel 158820.
Quando la composizione si distribuerà in tre Atti, i quali per esperienza debbano bastare, si potrebbono aggiungere quattro intermedij apparenti, compartiti che il primo sia avanti il proemio, e gli altri ognuno sia al fine del suo atto, osservando quest’ordine che dentro la scena si faccia una piena musica e armoniosa sinfonia di stromenti al suono dei quali siano concertati i moti dell’intermedio, avendo riguardo che non abbia bisogno di recitazione come non averebbe per esempio rappresentandosi li Giganti quando vollero far guerra a Giove o cosa simile. Ed in ciascheduno si potrebbe far quella mutazione di scena che apportasse l’occasione dell’intermedio21 ; il quale è d’avvertire che non può essere capace di descendenza di nottole, non potendosi così conformare il moto col tempo della Sinfonia come acconciamente seguirebbe dove intervenissero passi di moresca e d’altri balli .
Il poema22 non dovrebbe passare settecento versi, e conviene che sia facile e pieno di versetti, non solamente di sette sillabe, ma di cinque e di otto, e d’altre volte in sdruccioli, e con le rime vicine per la vaghezza della musica, far grazioso effetto. E ne’ dialoghi le proposte e risposte non siano molto lunghe, e le narrazioni d’un solo siano più brevi che possano. E la varietà dei personaggi non ha dubbio che arrichisce la scena di molta vaghezza ; come si vede ben osservato nelle pastorali del Satiro23 e della Disperazione di Fileno che conforme all’intenzione del Signore Emilio si contentò comporre la nobilissima Signora Laura Guidiccioni ne’ Lucchesini, gentildonna lucchese24. La quale anche pigliò il Giuco della Cieca dal Pastor fido del signor Cavaliere Guarino25, e a sua propria intenzione quel nuovo spirito molto vagamente accomodò.
Avvertimenti per la presente Rappresentazione, a chi volesse farla recitar cantando.
Si sono poste le parole senza musica in ultimo26, e co’ numeri conformi a quelli, che sono alla musica, acciò rendino facilità in ordinarla : e da detti numeri si conosceranno distinte le scene, e li personaggi, che diranno a solo, e insieme.
Nel principio, avanti il calar la tela27, sarà bene fare una musica piena con voci doppie, a quantità assai di stromenti : puotrà servir benissimo il madrigale numero 86 che dice, « O Signor santo e vero » : il qual’è a sei voci.
Calando la tela li due giovenetti, che avranno a recitare il proemio28, saranno in palco : e recitato che avranno, comparirà il Tempo : e gli stromenti, che hanno da accompagnare i cantanti, mettendo la prima consonanza, aspetteranno che esso dia principio.
Il coro dovrà stare nel palco parte a sedere, e parti in piedi, procurando sentir quello si rappresenta, e tra di loro alle volte cambiar luoghi, e far motici29 : e quando avranno da cantare, si levino in piedi per puoter dare i loro gesti, e poi ritornare a luoghi loro : ad essendo la musica per il coro a quattro voci, si puotrebbe, chi volesse, raddoppiarle, cantando ora quattro, ed alcuna volta insieme, essendo il palco però capace di otto.
Il Piacere con li due compagni, sarà bene, che abbiano stromenti in mano suonando mentre loro cantano, e si suonino i loro ritornelli. Uno potrà avere un chitarrone, l’altro una chitarrina alla spagnuola, e l’altro un cimbaletto con sonagline alla spagnuola, che facci poco romore, partendovi poi mentre suonaranno l’ultimo ritornello.
Il Corpo quando dirà quelle parole, « Si che hormai Alma mia », e quel che segue, puotrà levarsi qualche ornamento vano, come collana d’oro, penna del cappello, o altre cose.
Il Mondo e la Vita mondana, in particolare siano vestiti richissimamente quando saranno spogliati, mostri quello gran povertà, e bruttezza sotto a detti vestiti. Questa mostri il corpo di morte.
Le sinfonie e ritornelli si puotranno sonare con gran quantità di stromenti : ed un violino, che suoni il soprano per l’appunto, farà buonissimo effetto.
Il fine si puotrà fare in due maniere, o vero con un ballo, o senza : non volendosi far ballo, si dovrà finire o otto con il verso, ch’è numero 91, raddoppiando le voci ed istromenti quanto si può : il verso dice : « Rispondono del Ciel, Scettri e Corone ».
Volendo finire ‘l ballo, si lascierà di dire il detto verso a otto. E co{NP2}minciandosi a cantare, « Chiostri altissimi, e stellari » si cominci il ballo in riverenza e continenza ; e poi seguino altri passi gravi, con trecciate e passate da tutte le coppie con gravità. Ne’ ritornelli si facci da quattro, che ballino esquisitamente un ballo saltato con capriole, e senza cantare ; e così segua in tutte le stanze variando sempre il ballo ; e li quattro maestri che ballano, potranno variare, una volta gagliarda, un’altra canario, e un’altra la corrente30, che ne’ ritornelli vi vengono benissimo.
E se il palco non fusse capace di ballare in quattro, almeno si ballin in due ; e detto ballo procurisi che sia composto dal miglior maestro che si ritrovi.
Le stanze del ballo siano cantate da tutti dentro, e di fuori, e tutti gli stromenti, che si può, si mettino co’ ritornelli.
Avvertimenti particolari per chi cantarà recitando, e per chi suonarà
Nelle parti per cantare si troverà alle volte scritto avanti a qualche nota una delle quattro lettere g. m. t. z. Quali significano quello che quà sotto sarà posto31.
Così per chi canta, come per chi suona sarà avvertimento, che mai non si tramuta fa in mi, e mi in fa, se non quando son posti li segni particolarmente : ed il simile anco s’intende delle note che sostentano col diesis, che solo le segnate particolarmente si sostentato, ancor che siano più note in una stessa corda.
Li numeri piccioli posti sopra le note del basso continuato per suonare, significano la consonanza, o dissonanza di tal numero : come il 3. terza, il 4. quarta, e così di mano in mano.
Quando il diesis è posto avanti, ovvero sotto di un numero, tal consonanza sarà sostentata, e in tal modo il bemolle fa il suo effetto proprio.
Quando il diesis posto sopra le dette note, non è accompagnato con numero, sempre significa decima maggiore.
Alcune dissonanze e due quinte sono fatte a posta.
Il segno ‘S’ significa incoronata, la qual serve per pigliar fiato, e dare un poco di tempo a fare qualche motivo.